Recensione: Passenger – Alexandra Bracken (Passenger, #1)

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Trama

In una terribile notte, Etta Spencer – giovanissima violinista – perde tutto quello che conosce e ama. Catapultata all’improvviso in un mondo sconosciuto, ha un’unica certezza: non ha viaggiato per chilometri, bensì per secoli. La sua famiglia, infatti, possiede la capacità di viaggiare nel tempo. Un’abilità di cui lei ha sempre ignorato l’esistenza. Fino ad ora. Passeggera a sorpresa su una nave nel bel mezzo dell’oceano, e disposta a tutto per ritornare al proprio tempo, Etta inizia una straordinaria avventura attraverso secoli e continenti, in compagnia di Nicholas, il capitano della nave. Ma i suoi tentativi per trovare la strada di casa non fanno che trascinarla sempre più a fondo. Per sopravvivere dovrà imparare a navigare tra spazio, tempo, tradimento e amore.


Il mio pensiero

La mia “Passenger mania” si è sviluppata più o meno intorno all’uscita in lingua inglese, quando vedevo il libro di Alexandra Bracken su ogni bookstagram straniero possibile e immaginabile.
Al momento dello sbarco in Italia di questa serie ero la persona più felice del mondo ed ero pronta a leggere dell’avventura di Etta e Nicholas, delle loro prodezze e dei loro sentimenti.
I due protagonisti hanno un dono: possono viaggiare nel tempo. Che ne siano consapevoli o meno, fanno parte di due famiglie che da tempo sono legate dall’amore e dall’odio.
Tra i due protagonisti mi è partita una ship assurda, e non è un caso che la parola “ship” significhi nave… perché nel libro ci sono le navi!
Ero pronta ad una storia piena di azione ed emozioni, nella quale avrei provato rabbia e gioia, ciò che non mi aspettavo era però lo stile di scrittura elaborato e descrittivo.
Ero convinta che come quasi tutti i libri dedicati ai viaggi nel tempo, anche questi della Bracken (Passenger e Traveller, quest’ultimo in uscita il 18 aprile 2017 per Sperling & Kupfer) avessero uno stampo young adult ed un linguaggio altrettanto “semplice”. L’autrice, invece, ci stupisce perché adeguandosi ai viaggi nel 1700, 1800 e 1900 ci delizia di uno stile profondo.
Quello che, sinceramente, non ho apprezzato è stato l’utilizzo di questo stile nei capitoli ambientati del presente, quindi nel ventunesimo secolo. Non credo che ai giorni nostri tra una madre ed una figlia ci possano essere determinati discorsi e comportamenti, ma questo lo valuterete voi leggendo il libro.
Io consiglio assolutamente Passenger a chi non si fa spaventare da un fantasy che trasporta il lettore all’interno delle pagine e che riempie la sua mente con dettagli, descrizioni ed emozioni.
Non lo consiglio, invece, a chi non ama le scritture troppo elaborate, a chi si annoia facilmente e preferisce uno stile più semplice e spensierato.
Tutto sommato Passenger è stato all’altezza delle mie aspettative e ho capito perché, a parte per la cover straordinaria, tutti ne parlano.

3 stelline☆

Voi sarete abbastanza coraggiosi da intraprendere questo viaggio?

 

5 risposte a "Recensione: Passenger – Alexandra Bracken (Passenger, #1)"

  1. La mia recensione uscirà domani. Più che il rapporto tra madre e figlia mi è mancato l’aggancio della storia tra Etta e Nicholas, molto lasciata a se stessa almeno agli inizi. Però comunque bello. Nei vari periodi storici è senza dubbio bello.

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