Trama
Laura è una creatura speciale, una giovane donna che vive separata dal resto del mondo, nella natura incontaminata del Gougane Barra, nel sudovest dell’Irlanda, lì dove le montagne incontrano fitti boschi che si aprono su laghi cristallini. In questo luogo eccezionale, nel totale isolamento, Laura è cresciuta imparando a imitare, con la sua voce perfetta e purissima, i suoni che la circondano. E un giorno come tanti quando la sua vita subisce uno scossone irreparabile, allorché Solomon, abile fonico, la vede. Un incontro che muterà fatalmente entrambi, segnando l’entrata di Laura in un universo a lei finora sconosciuto. Ma la cosiddetta società normale, con i suoi ritmi e il suo passo accelerato e convulso, sarà pronta ad accogliere questa donna e la sua unicità? Saprà, la città, riconoscere e proteggere la sua grazia?
Recensione
Da buona e grande fan di Cecelia Ahern, proprio non potevo permettermi di non leggere questo libro. Appena uscito in Italia, “Quello che il cielo non ha” è un trionfo di sensibilità.
I protagonisti di questo romanzo – soprattutto Laura, anche detta Uccello Lira, in inglese molto più carino “Lyrebird” – hanno un’estrema sensibilità e tantissimo rispetto per quella altrui.
Se da una parte riusciamo a conoscere personaggi singolari con comportamenti bizzarri, dall’altra riusciamo ad apprezzare la loro unicità e il fatto che non troveremo mai delle loro copie nel mondo.
Questo romanzo è sentimenti, emozioni forti e insegnamenti. Nella vita bisogna imparare ad apprezzare ciò che siamo e ciò che sono gli altri, anche se a volte possono sembrarci strani o diversi da noi.
Ogni nostra caratteristica deriva da qualcosa che abbiamo vissuto o imparato da qualcun altro, perciò non dobbiamo mai vergognarci di averla.
Mi è piaciuto molto questo romanzo per i suoi contenuti.
Unico appunto sullo stile di scrittura di Cecelia che, a mio parere, ultimamente sta un po’ cambiando. Non so come mai ma è diventata un po’ più “pesante” e devo ancora decidere se è un aspetto che mi piace oppure no. Posso dire che il suo stile cresce man mano che cresce lei, d’altronde ha cominciato a sfornare romanzi a ventun anni!