Recensione: Ragazze che scompaiono – Lauren Oliver

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Trama:

Dara e Nick erano inseparabili prima che un terribile incidente lasciasse il bellissimo viso di Dara sfigurato, allontanando irrimediabilmente le due sorelle. Quando Dara scompare il giorno del suo compleanno, Nick pensa che la sorella si stia prendendo gioco di tutti per vendicarsi di un destino insostenibile e crudele. Ma quando anche un’altra bambina di soli nove anni, Madeline Snow, svanisce nel nulla, Nick si convince sempre di più che le due sparizioni siano collegate; e quanto più Nick scopre della sua enigmatica sorella e della doppia vita che conduceva prima dell’incidente, meno è sicura di voler conoscere la verità. Tuttavia oramai la posta in gioco si fa sempre più alta, mentre gli eventi la spingono verso un passato perduto e un futuro impossibile, animati dalla volontà di svelare il legame apparentemente insondabile tra le due ragazze che scompaiono. In questo romanzo acuto e coinvolgente Lauren Oliver crea un mondo di intrighi, perdite e sospetti mentre due sorelle cercano di trovare il doppio filo che lega indissolubilmente le loro stesse vite.


 

Autrice:

Lauren Oliver è l’autrice del romanzo E finalmente ti dirò addio e della trilogia Delirium: DeliriumChaos e Requiem, romanzi tradotti in più di trenta lingue e divenuti bestseller internazionali e del New York Times. Lauren Oliver è anche autrice di due romanzi per lettori interme di, The Spindlers e Liesl & Po, candidato nel 2012 agli E. B. White Read-Aloud Award. Dal penultimo libro di Lauren Oliver, Panic – pubblicato in America nel 2014 e in pubblicazione in Italia da Safarà Editore per settembre 2015 – verrà prodotto un film dagli Universal Studios. Laureata all’Università di Chicago e al programma NYU’s MFA. Lauren Oliver è anche la co-fondatrice della società Paper Lantern Lit. Il suo ultimo libro, Vanishing Girls, esce per la HarperCollins il 10 marzo 2015 e in Italia per Safarà Editore a maggio 2015, ed è uno dei libri più attesi della stagione. Verrà presentato in un tour per tutti gli USA.


 

Classificano questo libro come un thriller, sì… ma psicologico!
Così psicologico che per un certo periodo non ti rendi nemmeno conto che c’è qualcosa che non va.
Nick e Dara sono due sorelle, hanno circa un anno di differenza, e si vogliono un bene immenso. Sin da piccoline sono sempre state insieme: Nick, Dara e il loro amico Parker.
Ma dietro questa apparente perfezione, si nasconde altro.
Tra due sorelle così sono normali e comprensibili i sentimenti di gelosia e competizione… ma fino a quando questa cosa va bene?
Quando Dara conquista Parker, per esempio, che è sempre stato il migliore amico di Nick, è amore o solo voglia di dimostrare di essere migliore?

Un incidente d’auto, all’inizio della storia, separa le due sorelle. Non si parlano più, si odiano.
Oh, aspettate. Forse non è proprio questa la verità!

Il problema di fare la recensione di un libro così, pieno di misteri e colpi di scena, è il rischio di fare spoiler.
Sto cercando con tutta me stessa di non farlo… perciò credetemi sulla parola quando vi dico che questo libro vale.

Della mia precedente recensione di Lauren Oliver, del libro Panic, confermo il bellissimo stile di scrittura, la creazione di una storia scorrevole e la non-voglia di staccarsi dalle pagine.

Brava Lauren, mi stai convincendo a leggere la tua trilogia di Delirium ❤

Voto: 9-

Recensione: Il compagno di banco – Simon Rich

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Trama:

Seymour Herson studia alla Glendale Academy, un’esclusiva scuola di Manhattan frequentata da ragazzi facoltosi dell’East Side. È timido, goffo, non ha amici e i compagni lo prendono continuamente in giro. Ma la sua vita è destinata a cambiare con l’arrivo di Elliot Allagash, il rampollo di una famiglia miliardaria, espulso già da diversi istituti per il suo comportamento indisciplinato. Elliot ha tutto ma è tanto annoiato e allora… decide di dedicarsi a un nuovo hobby: trasformare uno sgorbio umano nel ragazzo più popolare della scuola! Con l’aiuto dei soldi di Elliot e delle sue diaboliche strategie, Seymour impara a giocare a basket, diventa rappresentante di classe ed elimina uno dopo l’altro i suoi nemici. Ma la rete di menzogne in cui si è cacciato è fitta e ingarbugliata e uscirne non sarà affatto facile come pensava. Ironico, diretto, graffiante, Rich costruisce un romanzo d’esordio pieno di scoppiettanti colpi di scena in cui il divertimento è assicurato.


Che libro!
La cosa positiva, e più importante, di questo libro è che non ne puoi trovare uno identico, con una trama uguale o simile: è unico nel suo genere.
Simon Rich, con “Il compagno di banco”, ha fatto un bellissimo esordio… e ho troppa voglia di leggere qualcos’altro che sia uscito dalla sua penna d’oro.

Questa è la storia di due ragazzi di quattordici anni, Seymour e Elliot, che non potrebbero essere più diversi.
Lo stesso Seymour, cominciando a raccontare la storia, si stupisce che Elliot sia diventato il suo migliore amico.
Il primo è lo sfigato di turno, per niente atletico, asociale e bevitore di cartoni di latte al cioccolato.
Il secondo è totalmente superficiale, aiuta Seymour nella sua scalata al successo per noia, ha un taccuino nero sul quale segna i nomi dei suoi nemici e le vendette che attua nei loro confronti e passa il tempo a bere alcolici.
I piani di Elliot sono veramente geniali, mi sono davvero stupita della sua inventiva troppo divertente, e lo stesso sono i piani di suo padre, Terry.
Certo, perché Elliot non è mica diventato tale da solo.
Suo padre è ricco, perché gli antenati degli Allagash, a quanto pare, hanno inventato la carta, e passa il tempo a fare cose del tutto prive di senso: fa scrivere libri agli autori, li legge e poi li brucia; compra dipinti da pittori esponendoli nel suo museo personale, ma alla sua morte verranno distrutti; ha la folle ossessione di vincere sempre anche se non gliene può fregare di meno del titolo per il quale concorre.
Quest’ultima cosa è decisamente ereditaria.
Perché dico questo? Elliot vuole trasformare Seymour e, inizialmente, gli fa passare tutti i pomeriggi ad allenarsi per diventare un ottimo giocatore di basket. Quando quest’ultimo entra in squadra, che fa Elliot? Gli fa mollare la squadra. Certo, perché l’importante non è giocare a basket, è dimostrare che sa farlo.
Il libro è una continua salita al successo, comportamenti bizzarri, cinismo e superficialità.
E’ così contorto da risultare, a volte, irreale.
Ma è così meraviglioso che lo consiglio a tutti!

Voto: 9

 

Opinioni senza spoiler: Morsi di ghiaccio (L’accademia dei vampiri #2) – Richelle Mead

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Ho parlato del primo capitolo della saga qui –> L’accademia dei vampiri <– quindi tutto ciò che riguarda trama iniziale e libri che compongono la saga si trova in quell’articolo.
Per questo romanzo, invece, non vi metterò la trama e non vi dirò cosa succede nella recensione personale: mi limiterò a parlarvi in linea generale di lati positivi e negativi, emozioni e differenze di scrittura dal primo romanzo.

In parole povere: non voglio fare spoiler!

Dividerò questa recensione in punti:

  1. Il rapporto tra Rose e Lissa:
    nel primo libro Rose e Lissa sono inseparabili, lo dico nella recensione e si evince dalla trama, in questo invece non è propriamente così.
    Non so dirvi se ho apprezzato o no questa cosa perché Lissa è messa un po’ in secondo piano rispetto a Rose. Ok, Rose è la voce narrante e io la adoro perché è la protagonista più simpatica che io abbia mai conosciuto, ma anche Lissa ha i suoi lati interessanti. Spero che nel terzo siano di nuovo sottolineati a dovere.
  2. Scrittura:
    A volte, devo dire, Richelle Mead sembrava scordarsi delle sue stesse parole.
    Vi faccio un esempio per farvi capire meglio.
    Capitava che Rose, al posto della scrittrice, dovesse spiegare a noi lettori qual è la gerarchia Moroi, Dhampir e Strigoi e come funziona tra loro. Questa cosa la scopriamo già nel primo libro ma l’autrice sente il bisogno di rispiegare e lo fa esattamente come nel primo libro. Come se non bastasse fa una specie di riassunto del libro precedente e non solo nel prologo: a volte mentre parla di personaggi che abbiamo conosciuto nel primo libro si comporta come se, per noi, fosse la prima volta in cui li vediamo.
    Non so se è stata una cosa volontaria ma è come se l’autrice avesse voluto rendere questo libro adatto ad essere letto senza il precedente… non ha l’impostazione di molte saghe che ho letto in passato che necessitano dei precedenti e dei successivi.
  3. Lati positivi generali:
    In questo libro cambiano le ambientazioni, cambiano le relazioni tra i personaggi che abbiamo conosciuto nel primo libro (chi si odia si ama e viceversa) e ne conosciamo di nuovi. Ci sono risvolti amorosi interessanti per Rose tra le vecchie e nuove conoscenze ed anche dal punto di vista personale, con alcuni parenti.
    In più Rose finalmente farà un passo importante che tutti noi aspettavamo dal primo libro… ma non sarà così semplice infatti…
  4. Lati negativi generali:
    Richelle Mead mi ha spezzato il cuore.
    Non dirò altro ma le mie lacrime hanno parlato per me.

 

Continuerò la saga? Assolutamente sì!
E dovreste farlo tutti.
Un bacio :*

Tag: Perché è nato il tuo blog

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Le regole sono:

Nominare l’ideatrice del Tag Carla
Ringraziare chi nomina e utilizzare il logo
Nominare 15 blog e avvertirli
Scrivere un post per mostrare il premio
Raccontare, brevemente, com’è nato il proprio blog e dare dei consigli a chi si cimenta da poco.

Buona domenica lettori cioccolatosi, oggi ho deciso di fare il tag “Perché è nato il tuo blog” in seguito alla nomina da parte di Racconti dal passato

Il mio blog è nato il 16 febbraio 2015 ed oggi, poco più di nove mesi dopo, devo dire che siete in tanti a seguirmi. Devo dire la verità: quando ho deciso di crearmi questo spazio non mi aspettavo partecipazione, commenti o di conoscere così tante persone meravigliose.
In realtà ho già spiegato in altri post com’è nata l’idea del blog ma ve lo racconto di nuovo volentieri.
Ho sempre avuto l’idea di parlare di libri, essendo la mia passione più grande, ma sono stata costantemente frenata dalla paura del giudizio della gente.
A giorno d’oggi ci sono sempre i cosiddetti alternativi che sono sempre lì, nascosti dietro l’angolo, e pronti a rovinarti ogni cosa bella.
La fidanzata di mio fratello alla fine mi ha convinta ad aprirlo ed eccomi qui… a raccontarvi la mia esperienza.
Ho imparato a mettere da parte il giudizio degli altri e pensare solo al mio.
Inizialmente ero convinta che le collaborazioni con le case editrici fossero a cui solo pochi potevano aspirare, che di certo io, Serena, non potevo essere onorata dei loro regali. Ad agosto, invece, ho iniziato la mia prima collaborazione e ad oggi sono a quota dieci. Posso, inoltre, vantarmi di aver conosciuto degli autori super gentili che volevano a tutti i costi la mia opinione… e penso che non ci sia regalo più grande per una blogger:
sapere che alla gente interessa cosa pensi.

Ho sempre puntato a questo, era il mio obiettivo e consiglio a tutti quelli che sono alle prime armi di fare come me, prefissarsi una cosa che quando si avvererà vi farà sentire soddisfatti.

Non fate le blogger letterarie solo per ricevere libri dalle case editrici, fatelo perché vi fa piacere parlare delle vostre passioni.
Proprio perché adesso ho dieci collaborazioni in atto so cosa significa quando leggere ti sembra quasi un lavoro più che un passatempo: ti senti uno schifo.
Continuate la vostra passione (che siano i libri, le ricette, i film, le serie TV, la vita, i consigli di bellezza ecc…) e fatelo per voi e per gli altri.
Riusciremo a farlo diventare il nostro lavoro, un giorno.

Non ci sono trucchi e inganni: in questo “mestiere” devi solo essere TE, metterci impegno e non abbandonarti sugli allori.

Spero che la mia storia possa esservi utile…

Ecco le mie nomine:

  1. Sognatrice interrotta
  2. Centrini e deliri
  3. Leggimiscrivimi
  4. Leggere sognando
  5. L’angolino della cultura
  6. Libri vagabondi
  7. Everpop
  8. Salotto dei libri
  9. Bibliotecamenteio
  10. RosaVelata
  11. Con i libri in paradiso
  12. Il sabato mattina
  13. Il miglior amico dell’uomo? Il cibo.
  14. Ali di pergamena
  15. Il diario di MammaTester

Il rumore dei tuoi passi – Valentina D’Urbano // Recensione

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In un luogo fatto di polvere, dove ogni cosa ha un soprannome, dove il quartiere in cui sono nati e cresciuti è chiamato “La Fortezza”, Beatrice e Alfredo sono per tutti “I gemelli”, i due però non hanno in comune il sangue, ma qualcosa di più profondo. A legarli è un’amicizia ruvina come l’intonaco sbrecciato dei palazzi in cui abitano, nata quando erano bambini e sopravvissuta a tutto ciò che di oscuro la vita può regalare. Un’amicizia che cresce con loro fino a diventare un amore selvaggio, graffiante come vetro spezzato, delicato e luminoso come un girasole. Un amore nato nonostante tutto e tutti, nonostante loro stessi per primi. Ma alle soglie dei vent’anni, la voce di Beatrice è scanca e strozzata. E il cuore fragile di Alfredo ha perso i suoi colori. Perché tutto sta per cambiare.

Un libro straziante. Leggi le primi pagine e già sai come finirá la storia, te lo senti dentro, un presentimento e allo stesso tempo una certezza. Un mondo di cui, se non ne senti parlare, non puoi venire a conoscenza per caso. Una storia degli anni 70/80 che è triste come la realtá di quei tempi, due protagonisti che ti fanno innamorare di loro, almeno quanto sono innamorati TRA loro.
Beatrice e Alfredo, i gemelli, tanto uniti quanto distanti. Dicono di odiarsi, continuamente, e intanto trovano conforto solo uno nelle braccia dell’altra. La fortezza è disastrata, costituita da palazzi occupati abusivamente da gente senza dimora e, a volte, si deve aver paura di uscire perché qualcuno può occupare gli appartamenti a sua volta, cacciando di casa la famiglia precedente. Non trovano lavoro, i ragazzi della fortezza, passano la loro giovinezza lì dentro e non hanno mai visto il mare.
Ma Beatrice non vuole restare lì: lei vuole lavorare, va ad una gita al mare con la chiesa pur di vivere diversamente per qualche tempo. Alfredo non approva e la marchia a fuoco con l’iniziale del suo nome. Non fanno che picchiarsi, quei due.
Ognuno per la sua strada, che poi è sempre la stessa.
Questo libro lo consiglio più di qualunque altro, mi è piaciuto troppo e mi ha fatta stare molto male.
5 stelle, 10, lo amo.